27 Luglio 2024
Turismo Calabria

SCILLA tra miti e leggende

La storia della località più affascinante della “Costa Viola” racchiude un percorso fatto di leggende, poesia e mitologia. L’etimologia del nome Scilla potrebbe derivare da scoglio ma è legato anche al nome del famoso mostro mitologico che viene citato nell’Odissea di Omero. Infatti, secondo la leggenda più comune, Scilla è figlia del dio Forco e di Ceto, ma secondo la tradizione riportata dall’Odissea, è figlia di una dea di nome Crateide. All’inizio Scilla era una bellissima ninfa dagli occhi azzurri che viveva in Calabria ed era solita recarsi sulla spiaggia di Zancle e fare il bagno nell’acqua del mare. Una sera, proprio in quei luoghi vide apparire dalle onde Glauco, figlio di Poseidone, che un tempo era stato un mortale, ma oramai era un dio marino metà uomo e metà pesce. Scilla, terrorizzata alla sua vista, si rifugiò sulla vetta di un monte che sorgeva vicino alla spiaggia. A quel punto, Glauco vista la reazione della ninfa iniziò ad urlare il suo amore e si rivolse alla maga Circe per fare innamorare la ninfa di lui. Circe, però, desiderava il dio per sé e, furiosa per essere stata respinta, si vendicò preparando una pozione malefica che versò in mare. Quando Scilla s’immerse nelle acque, le sue gambe divennero dei serpenti e cominciarono a crescerne molte altre. Era diventata una creatura mostruosa con sei enormi teste di cani rabbiosi e ringhianti. Presa dall’orrore, Scilla si gettò in mare e andò a vivere nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta in cui risiedeva l’altro mostro Cariddi. Insieme seminavano il terrore tra i naviganti che imprudentemente le passavano vicino. Per questo motivo, nell’antichità, tutti i naviganti stavano lontani da questi luoghi, tutti tranne il mitico Ulisse che spinto dalla sua proverbiale curiosità turò le orecchie dei suoi compagni con tappi di cera e da questi si fece legare all’albero della sua nave per ascoltare il canto ammaliatore e letale delle Sirene che affollavano questi mari.

COSA VEDERE E COSA FARE A SCILLA

MARINA GRANDE

È la spiaggia più ampia e rinomata lunga circa 1 km, formata da una distesa di sabbia fine incastonata nella sua costa rocciosa e frastagliata, con speroni di roccia che terminano a picco sul mare. Sono presenti stabilimenti balneari, ristoranti, diving, servizi ed escursioni in barca. Altra caratteristica è il suo mare cristallino e i fondali che custodiscono un patrimonio naturalistico di pregevole bellezza, ricco di grotte e rocce sommerse, come la famosa “montagna” un imponente monolito roccioso dalle pareti verticali.

IL CASTELLO RUFFO

Sull’imponente scoglio si ammira il Castello dei Ruffo, che fu realizzato tra il l’VIII e il IX secolo. Per la sua posizione strategica e di controllo dello Stretto, nei secoli successivi venne preso di mira dai vari conquistatori. Nel 1225 il castello fu fortificato da Pietro Ruffo, conte di Catanzaro e viceré di Sicilia e Calabria; nel 1421 fu concesso da Papa Giovanni XII a Roberta D’Angiò. Solo nel 1543 tornò ai Ruffo che lo restaurarono. Sulla sommità è presente un faro e oggi è sede di periodiche mostre di cultura.

PIAZZA SAN ROCCO

Situata nella parte alta prospiciente alla Marina, è la piazza principale, dove si erge la Chiesa dedicata al Santo Patrono San Rocco del XI sec. Dalla piazza che fa anche da balcone sul mare dello Stretto, si può godere di un magnifico panorama con vista su Marina Grande, il Castello, le coste siciliane e le isole Eolie. Ogni anno, la prima domenica dopo ferragosto in occasione della festa patronale, si può assistere al suggestivo spettacolo dei fuochi pirotecnici sulle acque antistanti di Marina Grande.

CHIANALEA

È il più antico borgo di Scilla annoverato tra i più belli d’Italia. È il borgo dei pescatori, che ancora oggi seguono un’attività tramandata da antiche generazioni servendosi delle tipiche imbarcazioni “passerelle”, per la caccia del pescespada. Percorrendo il labirinto di viuzze, con le sue strette scalinate e scorci romantici, si respira tutta la magia del luogo. Chianalea è da sempre la cornice preferita di molti fotografi e pittori. Qui si trovano edifici ben conservati come il Palazzo Giordani e il Palazzo Scategna che affacciato sul mare, presenta un’architettura del ‘400. Il palazzo oggi ristrutturato ospita un elegante albergo dallo stile medievale. Lungo la via principale, si trovano negozietti di souvenir, aperitivi e ristoranti tipici per assaporare gustosi piatti a base di pesce fresco. Seduti su una pedana a contatto col mare e respirando la salsedine, si può gustare il rinomato pesce spada appena pescato e cucinato secondo le ricette tradizionali.

LE GROTTE DI TREMUSA

Percorrendo la strada che da Scilla conduce a Melia di Scilla e seguendo le indicazioni si arriva in un’area di grotte naturali. Tra la vegetazione boschiva appare questo residuo del mare Pleistocenico risalente a 5000 anni fa quando le montagne erano fondo marino. A testimonianza sono la presenza di fossili di conchiglie di Pecten, che ricoprono le pareti delle grotte tipiche dei bassi e caldi fondali marini. L’azione acidula delle acque sorgive, grazie alla presenza del calcio derivante dalle conchiglie presenti nel terreno, ha creato queste suggestive cavità ricche di stallatiti e stalagmiti.

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